
Lucrezia, moglie condivisa alla ricerca di situazioni estreme
Quando si vive un lungo rapporto di coppia, riuscire a mantenere elevato il feeling sotto le coperte è quanto di più complesso possa esistere. Vivere a stretto contatto ventiquattr'ore su ventiquattro, con gli inevitabili litigi che ogni tanto sorgono, mette a serio rischio anche l’intesa sessuale. Ed anche in loro assenza, la voglia di provare qualcosa di nuovo, presto o tardi, fa capolino.
Ne sappiamo qualcosa io e Lucrezia. Facciamo coppia fissa da un decennio, ma da almeno un lustro, onde evitare che il rapporto andasse in frantumi, abbiamo deciso di vivere la nostra relazione a viso aperto, senza false bugie ed inutili pudori. Abbiamo un ottimo feeling a letto, ma entrambi abbiamo una natura curiosa, quella sana voglia di trasgredire ed esplorare nuovi orizzonti sessuali.
Lucrezia e quella voglia d’Africa
Alcuni la definirebbero “coppia aperta”, ma non è propriamente così. La nostra ricerca di evasione, così come qualsiasi altro aspetto della quotidianità, è estremamente partecipativa. Ed anche il sesso, lo è. Più che “coppia aperta”, amo definirla “coppia condivisa”: tutte le nostre decisioni sessuali, infatti, passano da una consolidata unità di intenti. E per rispettare ciò, ci siamo imposti alcune regole.
La prima è che le nostre esperienze sessuali devono vedere protagonisti entrambi: né io né Lucrezia, in altre parole, possiamo incontrare di nascosto un’altra persona. Tutto deve avvenire alla luce del sole. Ed è quanto di meglio potessi immaginare per la mia vita sessuale, mai così coinvolgente e stimolante come nell’ultimo quinquennio. Ricordo ancora la nostra prima esperienza condivisa.
Desiderava, da sempre, essere penetrata con vigore da uno stallone africano, al di là del mero aspetto delle dimensioni del pene. Non disprezzava un grosso arnese, sia ben chiaro. Ma era estremamente arrapata dal doversi sottomettere completamente ad un nero, una perversione, a suo dire, che aveva radici storiche e profonde, legate più alla cultura africana dei tempi della schiavitù.
Machiavellica, la mia Lucrezia. Eppure, forse quel suo lato così complicato, quella mente fervida e viziosa, mi mandava in estasi. Si fece scopare come un’autentica puttana da John, un aitante ragazzo senegalese ben dotato, che la riempivi di insulti mentre se la trombava come se non ci fosse un domani. Io, in quel caso, feci solo da spettatore. Un “cuckold”, come viene definito in genere.
Le ammucchiate: specialità della casa
Quella, però, fu solo la prima esperienza condivisa. La prima, ad onor del vero, di una lunga serie. E, per quanto ovvio, in altre partecipai anch’io. Le piaceva essere messa al centro dell’attenzione, adorava dannatamente le gangbang. Riuscì a possedere dieci uomini, me compreso, in una sola notte, assaporando il caldo nettare prodotto dal cazzo di ogni singolo partecipante.
Non disdegnava neppure la presenza femminile. Ed è grazie a queste sue autentiche perversioni che ho potuto coronare un sogno: fare sesso con tre donne contemporaneamente. Un'esperienza unica, impagabile. Di grandissima soddisfazione non solo sessuale, ma anche mentale: dominare tre donne, oltretutto autentiche porche al pari di Lucrezia, è stato estremamente gradevole, stimolante ed appagante.
La sua infinita voglia di trasgredire, però, la spinse oltre. La mia eterosessualità, sia ben chiaro, non è mai stata messa in dubbio, a differenza della sua bisessualità, che ad onor del vero non mi dispiaceva affatto. Ed un giorno, dopo aver consultato i migliori annunci di trans a Torino, mi disse: “perché non facciamo un gioco a tre con un trans?”.
Una proposta che, sino a quel momento, non si era mai palesata, nonostante la mille depravazioni sessuali di Lucrezia. Ero incerto se accettare o meno. Ma lei insistette ed arrivò a minacciare di sciogliere quel sacro patto che avevamo stipulato cinque anni prima. Mi disse, senza troppi giri di parole, che lo avrebbe fatto con Luigi, un nostro amico di giochi piuttosto perverso, senza la mia presenza.
Quella volta assai diversa con Vanessa
Messo alle strette, fui costretto, di fatto, ad accettare. Ci recammo nella vicina Torino ed incontrammo Vanessa, una trans brasiliana piuttosto simpatica e dell’aspetto femminile, nonostante disponesse di un bagaglio certamente superiore ai 20 cm. Fu un’esperienza incredibile, estremamente coinvolgente. Restai sempre rigorosamente attivo, quelli erano i patti.
Lucrezia divorava, insaziabile come sempre, sia il mio membro che quello di Vanessa. Io, invece, approfittai selvaggiamente del lato B di Vanessa senza bisogno di alcun supporto: era già ampiamente dilatato di suo. Lucrezia fu penetrata simultaneamente. Ed al termine dell’amplesso, estremamente disinibito e perverso, fu letteralmente inondata dai nostri schizzi.
Una donna in un corpo di un uomo, tutto sommato, non è affatto male. Ed ora, ogni qualvolta ci dobbiamo recare sotto la Mole, ci dedichiamo ad incontro diverso e coinvolgente, in cui ci divertiamo in compagnia di Vanessa ed altre trans di Torino. Le migliori, senza dubbio alcuno, dell’intero Piemonte.